venerdì 7 novembre 2014

L'imporre le idee - parte 2

Un ulteriore punto a cui mi viene da pensare è il seguente.
Le persone a cui dico che potrebbero evitare di mangiare animali e derivati, sono le stesse che, esplicitamente o implicitamente, sostengono che una persona socialmente accettabile dovrebbe o deve:

  • avere un lavoro e prediligere questo ai propri affetti e passioni
  • avere ed utilizzare il denaro
  • avere quante più cose possibile (auto, cellulare, televisore, computer, casa...)
  • essere sempre completamente detersi, disinfettati, profumati, ben vestiti (secondo il loro metro di giudizio), finanche completamente depilati.
Se chiamano "imporre le idee" la scelta tra la mia compagnia e la mia assenza per il volersi nutrire dei corpi di miei fratelli e sorelle, come chiamano la scelta tra l'accettazione e l'emarginazione sociale per il solo voler essere liberi?

Il mio pensiero non rileva la differenza tra una mucca, una capra, una gallina e i miei familiari.
Perchè dovrei tollerarne l'assassinio?

Coloro che si definiscono onnivori fanno spesso appello alla libertà di scelta.
Ma se io convinco una donna che è giusto ed auspicabile soddisfare sessualmente gli appartenenti ad un gruppo religioso, lo chiamano lavaggio del cervello.
Se io convinco miliardi di persone che è giusto un secolare, quotidiano, organizzato, rituale, insalubre e non sostenibile omicidio di massa, lo chiamano libertà di scelta.
Ma di antispecismo e indottrinamento di massa vorrei parlare più approfonditamente in articoli dedicati.

Tuttavia, anche tralasciando il fatto che, grazie alla pubblicità, la propaganda, l'istruzione pilotata da banche, lobby e società farmaceutiche, la mancanza di informazione libera, le limitazioni dell'accesso alla cultura e svariati altri fattori, la popolazione non abbia per nulla la libertà di scelta che pensa di avere, la mia non è una scelta.
É un obbligo etico derivato dall'informazione.

Se pensiamo di noi stessi come di individui compassionevoli, di quelli che commuovono alla vista di una pecorella che gioca nell'erba, smettere di nutrirsi e vestirsi grazie allo sfruttamento degli altri animali non è più questione di scelta, ma solo di amore, compassione e coerenza.
Una logica conseguenza.

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