Le persone a cui dico che potrebbero evitare di mangiare animali e derivati, sono le stesse che, esplicitamente o implicitamente, sostengono che una persona socialmente accettabile dovrebbe o deve:
- avere un lavoro e prediligere questo ai propri affetti e passioni
- avere ed utilizzare il denaro
- avere quante più cose possibile (auto, cellulare, televisore, computer, casa...)
- essere sempre completamente detersi, disinfettati, profumati, ben vestiti (secondo il loro metro di giudizio), finanche completamente depilati.
Il mio pensiero non rileva la differenza tra una mucca, una capra, una gallina e i miei familiari.
Perchè dovrei tollerarne l'assassinio?
Coloro che si definiscono onnivori fanno spesso appello alla libertà di scelta.
Ma se io convinco una donna che è giusto ed auspicabile soddisfare sessualmente gli appartenenti ad un gruppo religioso, lo chiamano lavaggio del cervello.
Se io convinco miliardi di persone che è giusto un secolare, quotidiano, organizzato, rituale, insalubre e non sostenibile omicidio di massa, lo chiamano libertà di scelta.
Ma di antispecismo e indottrinamento di massa vorrei parlare più approfonditamente in articoli dedicati.
Tuttavia, anche tralasciando il fatto che, grazie alla pubblicità, la propaganda, l'istruzione pilotata da banche, lobby e società farmaceutiche, la mancanza di informazione libera, le limitazioni dell'accesso alla cultura e svariati altri fattori, la popolazione non abbia per nulla la libertà di scelta che pensa di avere, la mia non è una scelta.
É un obbligo etico derivato dall'informazione.
Se pensiamo di noi stessi come di individui compassionevoli, di quelli che commuovono alla vista di una pecorella che gioca nell'erba, smettere di nutrirsi e vestirsi grazie allo sfruttamento degli altri animali non è più questione di scelta, ma solo di amore, compassione e coerenza.
Una logica conseguenza.
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