martedì 18 novembre 2014

Fabula

La notte i sogni di nobili gesti
I panni sfoggiar di cavalieri errabondi
O di sete e merletti esibire le vesti
Regnando su troni d'onirici mondi

È triste destarsi in terre dell'arte
E l'arte qui è tutto quel che rimane
Ch'ai banchi del tempio si prende parte
E tutto si svende come puttane

"Venite signori! Ce n'è d'ogni prezzo!
Ne orgoglio ne onore necessita ai fessi,
Venite in italia e prendetene un pezzo
Che gliela svendiamo pei nostri interessi!"

Questo è il bando che c'è al parlamento
Ch'ai figli di Roma vuol far da padrone
È facile a loro riuscir nell'intento
S' ognun nell'intento s' atteggia a coglione

Le penne non bastano a farvi sentire
Non v'è nel sistema una via d'uscita
Perciò per trovarla bisognane uscire
Ammazzare il tiranno e aver salva la vita

Di questi discorsi avea piena la mente
Ma l'animo pieno di incubi oscuri
Di chi brama qualcosa e poi se ne pente
In dolente memoria dei giorni duri

Questa è la storia d'un uomo vero
Ch'ebbe l'amore per far del bene
La storia d'un uomo dal far sincero
E della causa delle sue pene

Poiché di pene n'ebbe ogni giorno
Da quando s' accorse di questo talento
E dannato d'allora sogna il ritorno
Dei tempi felici dell'età d'incanto

Torna da me, infanzia perduta
Perché mi hai lasciato in un mondo spento
Goccia dopo goccia la pioggia è caduta
Sciogliendo i colori che rapì il vento

La polvere e il sangue stringon le mani
Quando vai via e con te l'illusione
Che nella vita sian solo domani
E ieri nell'anima solo finzione

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