martedì 16 dicembre 2014

A proposito di Walter

In questi ultimi giorni sono molto preso dalla storia, dalle incredibili avventure direi, dell'uomo Walter Bonatti.
Tuttavia in questo momento non mi riesce scorrevole la lettura del suo libro che da un paio di giorni mi sta letteralmente rapendo il cuore e la fantasia.
Ogni volta che il buon Walter descrive un eremo roccioso, una vallata innevata, il sole che spunta dai bianchi denti delle nostre montagne, ripenso a quanto mi stia diventando stretto questo luogo, in cui preferiamo l'astio e l'asprezza, all'amore e all'amicizia.
Sia chiaro, non credo che altrove questo non capiti, ma sono intimamente persuaso che ci siano culture diverse nel mondo, tradizioni che scolpiscono il cuore degli uomini e infondano loro l'amore per le cose semplici, per la moderazione per la condivisione.
L'amore per il tutto. Poichè di tutto è ciò che siamo fatti, e provare ad amare il tutto è provare ad amare se stessi.

Ho approfondito la questione K2-'54.
È triste riscontrare che la direzione di un'istituzione come il CAI abbia potuto, sebbene forse per motivazioni di prestigio nazionalistico, cosa che probabilmente in quegli anni era tanto pressante quanto viva nei cuori di coloro che allora volevano con orgoglio dichiararsi italiani, insabbiare (perché questo è stato fatto) e non verificare, non dico la verità, ma una versione dei fatti ritenuta scomoda, che a distanza di 50 anni si rivelerà la più plausibile.
A me non interessa condannare nessuno. Ma trovo più onorevole accettare il fatto che siano stati due esseri umani ad arrivare in cima alla seconda vetta del mondo, due persone capaci delle imprese più alte, ma anche di errori. Ammettere la nostra umanità e la sola cosa che può gratificarci nell'anima di fronte ad imprese tanto grandi. Ammettere i nostri errori ci rende umani, ed è la sola cosa onorevole.
Personalmente non sono per nulla interessato alla bandiera che è stata messa a sventolare su quel tetto di neve. Sono orgoglioso per il solo fatto che degli esseri con due gambe, due braccia e una testa come le ho io abbiano saputo arrivare alla fine di un viaggio simile, e sono felice che a differenza di altri siano riusciti a tornare indietro per raccontarlo a viva voce. Ma ripudio tutto questo perché è stato sporcato da una menzogna.
Non credo che in molti avrebbero avuto l'esperienza per giudicare in tutta onestà i fatti, perché il sottoscritto ad esempio non potrebbe nemmeno lontanamente immaginare cosa voglia dire trovarsi a 8000 metri rischiando la vita ad ogni passo col sogno di raggiungere una vetta estrema essendo il primo a mettervi piede, quindi non potrei essere onesto nel giudicare le scelte che vi si possano dover prendere, e invero credo che in molti invece avrebbero con leggerezza e a furor di popolo espresso giudizi severi, ma quanto meno si sarebbe stati sinceri e si sarebbe evitato di svilire un evento altrimenti grandioso.
Senza dilungarmi altrimenti, voglio perciò dare qui un mio personale omaggio a Walter Bonatti, in quanto uomo nel senso più animale e puro del termine, per la sua ricerca delle sue radici piu naturali.
Grazie per avermi testimoniato quanto ciò che cerco nel mio profondo, non sia, o comunque non sia stata, una mia prerogativa solitaria e soprattutto che questa ricerca non solo sia condivisa da altri, ma possibile come i miei sogni la vorrebbero.

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